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WU MING 1 racconta i paesaggi del noTav e de “la guera granda”

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Giovedì 12 Aprile ore 20.30 - Sala Consiliare di Levico Terme
WU MING 1 presenta i suoi reportage narrativi e racconta i paesaggi del No Tav e del NordEst de "la guera granda", territori che hanno in comune mitologie entrate nella narrazione distorta dei media: "Un viaggio che non promettiamo breve", indagine sul movimento No Tav e "Cent’anni a Nord Est", che racconta il rapporto di Veneto, Friuli e Trentino con la Grande Guerra, di cui quest’anno ricorre il centenario della fine.

Queste due indagini ricostruiscono la genesi dei miti che circondano due territori particolari, in cui e su cui circolano luoghi comuni che WU MING 1 decostruisce rintracciandone le origini e i processi storici che li hanno generati.

in dialogo con Claudia Boscolo, saggista

“Il nordest è figlio della guera granda in ogni suo aspetto, a cominciare dal paesaggio. Il conflitto sconvolse i vecchi territori e li cambiò per sempre. Mai si era visto un tale disboscamento. Il legname serviva per fare ponti, passerelle, pali del telegrafo, trincee, baracche, calci di armi da fuoco… Nel 1918 il botanico veneto Lino Vaccari, approssimando per difetto, calcolò l’abbattimento di due milioni di metri cubi di alberi. Per le sole montagne del vicentino, l’Istituto nazionale di economia agraria parlò di 4.680 ettari di bosco andati perduti – l’equivalente di seimilaquattrocento campi da calcio – e oltre 5.700 “gravemente compromessi”. A questi abbattimenti vanno aggiunte, naturalmente, le distruzioni del paesaggio e del territorio causate non solo dalle bombe e dagli incendi, ma anche dall’avanzare, accamparsi e ritirarsi di centinaia di migliaia di uomini.
In Trentino, le zone devastate furono chiamate “la zona nera”. L’espressione rendeva l’idea: nella terra ora “redenta”, la guerra aveva ridotto di quasi due terzi la superficie coltivata (da 527mila a 205mila ettari), ucciso quasi metà del bestiame (passato da 106mila a 54mila capi) e ridotto la produzione vitivinicola a un’ombra di se stessa (da 703mila a 174mila quintali di uva da vino).” [Wu Ming 1]
https://www.internazionale.it/reportage/wu-ming-1/2015/03/30/wu-ming-nordest-inchiesta 

“Chi segue le vicende della lotta No Tav in Val di Susa non si è affatto sorpreso nell’apprendere gli ultimi sviluppi. Sviluppi che i grandi giornali, i media mainstream, si sono ben guardati dal riportare. Per fortuna ne ha scritto su Il manifesto il “nostro” Maurizio Pagliassotti, e da lì la notizia ha preso a circolare sui social, ripresa poi da molte testate indipendenti.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, in un documento ufficiale [PDF qui], riconosce il dato di realtà che economisti dei trasporti, esperti di logistica, ingegneri delle infrastrutture, fisici e altri tecnici e scienziati vanno spiegando da anni: il progetto della nuova linea Torino – Lione è basato su stime sbagliate e previsioni infondate.
In parole povere: la linea è completamente inutile.” [ Wu Ming 1] https://www.wumingfoundation.com/giap/category/recensioni/un-viaggio-che-non-promettiamo-breve/ 

Wu Ming 1
Wu Ming 1 è ferrarese, vive a Bologna ed è membro del collettivo di scrittori che col nome Luther Blissett firmò il romanzo Q e nel 2000 si ribattezzò «Wu Ming». https://www.wumingfoundation.com/giap/
Con tutta la banda ha scritto 54, Manituana, Altai, Anatra all'arancia meccanica, L'Armata dei Sonnambuli e L'invisibile ovunque. Come solista, è autore del romanzo New Thing (2004) e di Cent'anni a Nordest. Viaggio tra i fantasmi della «guera granda» (Rizzoli, 2015). Sempre per Einaudi ha pubblicato Point Lenana, scritto con Roberto Santachiara (ultima edizione Super ET 2016) e Un viaggio che non promettiamo breve (2016), il racconto di 25 anni di lotta No Tav in Val di Susa, la resistenza popolare alla grande opera più duratura e partecipata in Italia. 

Evento organizzato con il Forte Colle delle Benne e la Biblioteca Comunale e con il supporto della Associazione Albergatori di Levico Terme e del Ristorante Boivin.