LA BIBLIOTECA COMUNALE, L’ASSOCIAZIONE FORTE COLLE DELLE BENNE e LA PICCOLA LIBRERIA INVITANO ALL’INCONTRO CON CHRISTIAN KUATE, autore del libro e con il prof. GERARDO ACERENZA, UniTN, coordinatore del gruppo di traduzione.
SALA CONSILIARE - VENERDI 18 GENNAIO ore 20.30
Negro. Lettera ad una madre è la storia di un viaggio sotto forma epistolare. La descrizione disincantata di un’Europa che, agli occhi del narratore-mittente, non ha soltanto perso lo sfavillio che da sempre attrae chi abita lontano, ma, peggio ancora, sta rinunciando alla propria identità culturale e ai propri valori.Negro. Lettera ad una madre è anche un viaggio in una storia, quella appunto, del narratore. È un pellegrinaggio. Non solo un viaggio fisico e geografico, ma anche un percorso iniziatico, che comincia dal candore infantile e termina con le disillusioni e i desideri di ritorno.
Christian Kuate è nato nel 1982 a Doula, in Camerun. Dopo aver completato gli studi superiori, decide di lasciare il suo paese per trasferirsi in Italia. Nel 2007 si iscrive presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento dove consegue con successo nel 2015 la Laurea magistrale in Filosofia. Nel 2017 pubblica in Francia, presso la casa editrice La Doxa Éditions di Parigi, il suo primo romanzo dal titolo Lettre d’un Mbenguiste à sa mère qui tradotto, seguito nel 2018 da Ménage en otage,sempre pubblicato presso la casa editrice parigina. Salutato dalla critica francese e francofona come uno dei più acuti osservatori della diaspora camerunese, Christian Kuate propone una visione compiuta e convincente del suo paese natale e soprattutto dell’Italia, paese dove ha deciso di vivere e scrivere.
Sulla traduzione:
Negro. Lettera ad una madre nasce da un progetto didattico universitario portato a termine con successo grazie al lavoro di traduzione fatto dai frequentanti del corso di “Lingua e traduzione francese” tenuto dal Prof. Gerardo Acerenza presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento nell’Anno accademico 2017-2018. Nelle diverse fasi delpercorso formativo, gli studenti sono stati guidati nella traduzione letteraria del romanzo di Christian Kuate. L’autore ha contribuito al successo del progetto partecipando attivamente a tutte le lezioni del corso. Animato da un’infinita passione e disponibilità, Christian Kuate ha sempre “tradotto” per gli studenti le sue “intenzioni” in modo che lo spirito del testo francese non fosse mai “tradito”. La rilettura completa della traduzione e la riscrittura di alcuni passaggi, da parte del responsabile del corso e dell’autore, ha permesso infine la pubblicazione del testo. Christian Kuate e Gerardo Acerenza ringraziano tutti gli studenti del corso per aver creduto sin dall’inizio al successo del progetto.
Il filosofo sotto la pergola.
A Trento lo conoscono, Christian Kuate, cittadino del Camerun, arrivato nella Città del Concilio nel 2007. In quell'anno i gommoni hanno portato In Italia poco più di 20.000 persone, più o meno la cifra che ha reso felice un ministro della Repubblica, che per ottenerla ha bloccato porti e navi.
Ma Christian è arrivato con un aereo, classe turistica. In tasca aveva una borsa di studio dell'Università di Trento, e nella testa un sacco di raccomandazioni e di speranze. Se avesse dato ascolto ai genitori avrebbe dovuto scegliere una facoltà come ingegneria, oppure medicina. Lui però aveva una idea diversa. I bandi della Università prevedono la garanzia di un alloggio, l'esenzione dalle tasse, e un assegno. Non importa quale sia la facoltà - nei limiti dei posti disponibili - a patto che vengano mantenuti risultati positivi durante il corso di studi.
Christian era partito da Douala con votazioni molto alte nelle scuole superiori, e un preciso desiderio: scrivere. Gli studi che voleva seguire erano quelli di filosofia. I genitori erano stati colti di sorpresa, ma ormai la partenza del familiare - una procedura burocraticamente piuttosto complessa - e tutta la parentela si era riunita per la le celebrazione dell'evento, così il giovanotto, allora venticinquenne, si imbarcò sull'aviogetto.
Ha seguito con grande assiduità tutti i corsi previsti dal suo indirizzo e in più ogni laboratorio e seminario a cui sia riuscito ad iscriversi. Così ha terminato il tragitto della triennale nei tempi regolamentari, con una tesi sulla "Fenomenologia in Merleau-Ponty" (filosofo francese della prima metà del 1900), con la guida del professor Nestore Pirillo. Poi si è dedicato subito alla laurea specialistica - quella quinquennale - e nel luglio 2015 ha ottenuto quella laurea presentando un approfondimento su Merleau-Ponty. Stavolta seguito dal professor Jean-Francois Malherbe, allora ordinario di filosofia morale a Trento.
Ora parla benissimo italiano e capisce anche un po' di dialetto, anche se preferisce scrivere in francese, la sua lingua ufficiale.
Non ha avuto molto tempo libero, perché faceva anche dei lavori per arrotondare le modeste disponibilità offerte dalla mano pubblica. Però non ha trascurato la sua missione fondamentale, quella dello scrittore. Così è nato il volume "Lettre d'un Mbenguiste a sa mere" ("Lettera di unEuropeo a sua madre", atteso che Mbeng è il nome africano dell'Europa).
In questo libro Kuate riesce a combinare in modo eccellente la narrativa, la poesia e l'analisi sociale, offrendo un quadro affascinante e profondo della sua esperienza di vita.
In Italia è stato pubblicato da una coraggiosa Casa Editrice di Ascoli Piceno, la Librati - Libreria Rinascita, che ha superato di slancio i confini che si era data, affascinata, come i lettori, dalla qualità della scrittura di Kuate.
La versione, quasi una riscrittura, è stata curata con grande entusiasmo da un gruppo di studenti dell'Università di Trento, guidati dal professor Gerardo Acerenza, che ha usato positivamente il materiale per il corso di traduzione dal francese.
Il titolo italiano ha un suon volutamente provocatorio: "NEGRO - Lettera ad una madre", per 193 pagine appassionanti come un romanzo. Nelle quali vengono illustrati e messi a confronto i punti di vista di un africano in patria e poi in Trentino. Con molta acutezza si analizzano anche i pregi e qualche difetto della nostra provincia, ma anche quelli della sua terra di origine. Ci sono amori, passioni, sofferenze e gioie. Tutto sotto la bandiera di quella parola che suona politically uncorrect, ma qui è proclamata come una orgogliosa rivendicazione di cultura.