Sabato 31 alle 18.00
(finiamo in tempo per la finale di Champions)
Ospiti del Caffé Nazionale in piazza della Chiesa a Levico Terme
incontriamo GIACOMO SARTORI, scrittore trentino che ha messo radici a Parigi in dialogo con il bibliofilo CARLO MARTINELLI
L'occasione è la presentazione di un libro fondante.
"ANATOMIA DELLA BATTAGLIA" dopo la prima pubblicazione con Sironi nel 2005 (collana allora curata da Giulio Mozzi), è tornato in libreria per Terrarossa edizioni quest'anno (268 pagine, 17,90 euro), tredicesimo titolo di una collana, «Fondanti», che «ripropone opere che hanno segnato un'epoca o hanno rappresentato un tassello fondamentale nel percorso narrativo di autori di talento».
Un padre carismatico alpinista che ha fatto dei miti fascisti di gioventù un anacronistico modello comportamentale, e ora malato; una madre ossessionata dalle apparenze e mossa da un irrefrenabile vitalismo; un fratello votato alla perfezione e una sorella in fuga fin da bambina: il narratore osserva le loro anaffettive e inconciliabili solitudini e cerca di prepararsi alla morte del genitore, di comprendere da dove scaturisca la forza recondita del loro legame, come e perché per quell’eterno reduce di guerra il cancro sia solo una sfida privata e disprezzabile. E mentre il corpo del padre resiste strenuamente alla morte, il protagonista analizza il proprio lessico famigliare alla ricerca di spiegazioni e fa i conti con la vocazione alla scrittura e con i sotterranei moventi della propria adesione ai movimenti estremisti della sinistra negli anni ’70. Un romanzo scritto senza indulgenza, che racconta come la Storia, mimetizzata nelle consuetudini di ogni famiglia, plasma inavvertitamente o meno l’esistenza di ciascuno di noi.
Giacomo Sartori (Trento, 1958) è agronomo e vive a Parigi. Anatomia della battaglia, ora riproposto da TerraRossa Edizioni, uscì nel 2005 nella collana diretta da Giulio Mozzi per Sironi; già pubblicato in Francia dalle edizioni Philippe Rey, uscirà negli Stati Uniti nel 2026 con Coffee House. Tra gli ultimi suoi romanzi: Sono Dio (NN, 2016, Foreword Indie Gold Award for Literary Fiction), Baco (Exòrma, 2019, finalista Premio Procida e Philip K. Dick Award) e Fisica delle separazioni (Exòrma, 2022, finalista Premio Chianti).
Per anticipare ai lettori il libro riprendiamo le parole di Carlo Martinelli - da il T quotidiano
"Il romanzo di Sartori è spesso. granitico, denso, ricco, solferto eppure leggero. Non si scordano facilmente i personaggi che lo
animano, che lo popolano, che lo fanno vivere. Siamo negli anni Settanta, in 'Trentino. Cè un pacre molto fascista e una madre
desiderosa solo di stare bene nel mondo. Ce un figlio (colui che racconta la storia) che rifiuta l'insegnamento paterno, si allontana, addirittura entra nella lotta armata di matrice comunista; poi se ne distacca e va a lavorare nell'Africa del Nord. Li, il figlio pensa, medita. Si interroga sulle proprie scelte, sulle proprie azioni, sulle radici di scelte e azioni. Sulla guerra che ha deciso prima di combattere, e poi di abbandonare.
Mentre il figlio è in Africa, il padre si ammala di cancro. L'età è avanzata, il fisico è robusto; il cancro impiega parecchio tempo per vincere la sua guerra. Prima da lontano, poi da vicino - tornato ad abitare in Trentino - il figlio assiste alla lenta morte del padre. Lo vede combattere con fierezza. Lo vede perdere la sua guerra. Prova ammirazione per questo spirito guerriero. La meditazione sulla propria guerra e la contemplazione della guerra combattuta dal padre, portano il figlio a scoprire la somiglianza con il padre. A scoprire quanto, nelle scelte e nelle azioni da lui compiute, venisse dal padre. Lo portano a
dire: "Il tuo fascismo, il mio fascismo". Ci sono le pagine, scolpite. dell'andar per montagne
con movenze e ritmi quasi bellici, in odore di eroismo
che il padre impone ai figli, foss'anche sotto l'acqua, sotto il diluvio, tra i fulmini. Qui scorrono il fascismo, l'anima democristiana italiana, l'utopia della rivolta armata, i guasti di Chernobyl, le solitudini sentimentali, il terribile confronto con il dolore e con la morte.
Quello di «Anatomia della battaglia- è il ritorno di un romanzo scritto senza indulgenza, che racconta come la Storia, mimetizzata nelle consuetudini di ogni famiglia, plasma
inavvertitamente o meno l'esistenza di ciascuno di noi.
Come ha scritto Helena Janeczek, "questo romanzo è forse uscito anzitempo rispetto alla fortuna delle autofiction con cui molti scrittori di prim'ordine hanno interrogato il lascito dei padri e i modelli di una mascolinità entrata in crisi. Di certo, rimane un testo scomodo per l'assoluta mancanza di autoindulgenza e la nettezza con cui fa emergere come l'uccisione simbolica del padre non disarticoli le strutture patriarcali ma, anzi, le propaghi".