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Tutti giovani sui vent'anni - storia degli alpini (Mondadori, Le scie 2019) - Alzheimer Fest

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Domenica 16 giugno, durante la giornata conclusiva della due giorni di Alzheimer Fest levicense, appuntamento da non perdere in piazza della Chiesa (ore 17.30) per la presentazione in ANTEPRIMA NAZIONALE del recentissimo volume dello studioso MARCO MONDINI, in dialogo con lo storico Vincenzo Calì.
Nel corso dell’incontro interverrà Massimo Giordani, direttore UPIPA, con una testimonianza di solidarietà alpina nei confronti dell’Alzheimer.

"Tutti giovani sui vent’anni. Storia degli alpini dal 1872 a oggi” (ed. Mondadori-LE SCIE, 2019) racconta la storia straordinaria degli alpini italiani.
Fondati nel 1872 come piccolo corpo specializzato addestrato a difendere i valichi di montagna, le «penne nere» crebbero rapidamente sia nei numeri che nell’immaginario pubblico. Attraverso una serie di paradossi (le prime battaglie della loro storia vennero combattute durante guerre di aggressione coloniale in Africa, e non per difendere i confini) guadagnarono la fama di soldati devoti e disciplinati, coraggiosi e indistruttibili. Una nomea che in un’Italia affamata di eroi li elevò da semplici ingranaggi dell’esercito a protagonisti della vita nazionale.
TUTTI GIOVANI SUI VENT’ANNI racconta la loro storia non attraverso le battaglie che hanno combattuto, benché le guerre di 150 anni costituiscano le scansioni delle sue pagine. Piuttosto, attraverso un viaggio nella cultura italiana: opere letterarie, film, canzoni e disegni che hanno costruito questo mito umano e guerriero unico nella storia nazionale (e probabilmente al mondo). Un mito nato ai tempi della Grande Guerra, sopravvissuto al fascismo e alle disfatte della Seconda guerra mondiale, all’umiliazione dell’8 settembre e della sconfitta, all’occupazione e alla demilitarizzazione del paese dopo la pace di Parigi del 1947. Risorto, in modo apparentemente incredibile, attraverso settant’anni di storia repubblicana, quando gli alpini divennero i prototipi di un nuovo modello di soldato europeo: non più l’eroe guerriero trionfante e sterminatore, ma il buon samaritano in uniforme, caritatevole e generoso, pronto al sacrificio non per espugnare un obiettivo ma per salvare vite e confortare le vittime dei disastri naturali. Un ruolo di straordinaria popolarità la cui fine sarebbe stata decretata solo dallo spegnersi, dopo due secoli di tradizione rivoluzionaria e nazionale, della coscrizione obbligatoria, l’istituto su cui si basava l’esistenza stessa dell’alpino come buon cittadino-soldato.

MARCO MONDINI insegna storia dei conflitti all’Università di Padova, ed è ricercatore associato all’Istituto Storico Italo Germanico-FBK di Trento e all’UMR SIRICE (CNRS – Sorbona) di Parigi. Fa parte del direttivo dell’Historial de la Grande Guerre di Péronne e del board editoriale di «1914- 1918 online. The International Encyclopedia of the First World War». Tra i suoi volumi più recenti: Il Capo. La Grande Guerra del generale Luigi Cadorna (2017, premio Friuli Storia), I luoghi della Grande Guerra (2015), La guerra italiana. Partire, raccontare, tornare 1914-1918 (2014).
Vincenzo Calì, già docente di storia contemporanea all'Università degli Studi di Trento e direttore per due decenni del Museo storico in Trento, oggi è vice presidente dell’Associazione Amici del Museo Storico di Trento.