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LEVICO INCONTRA CARMINE ABATE "IL CERCATORE DI LUCE" con FRANCESCO FILIPPI

  • La piccola Libreria Snc Via Regia Levico Terme, Trentino-Alto Adige, 38056 Italy (map)

Venerdì 19 Levico incontra lo scrittore premio Campiello Carmine Abate e il suo nuovo romanzo “Il cercatore di luce”.

Dopo sedici romanzi, Abate regala ai suoi lettori un romanzo ambientato nella sua terra di adozione, il nostro Trentino.

Leggeremo un’appassionante storia familiare intrecciata a doppio filo alla vita straordinaria del grande pittore Giovanni Segantini, il massimo esponente del divisionismo. Un affresco corale epico che affronta i temi universali cari al pittore: la vita, la natura, la morte.

Accompagna Carmine Abate, un lettore (e ammiratore) d’eccezione: lo scrittore, storico e compaesano Francesco Filippi (evviva!).

L’incontro è organizzato dalla Piccola Libreria e dalla Biblioteca Comunale.
Si terrà alle 18.00 presso la sala Consiliare del Comune di Levico Terme (Via G. Marconi 6 ) nel rispetto delle normative anti-Covid19.

Ingresso consentito con green pass e fino ad esaurimento dei posti disponibili.

https://www.rainews.it/.../tnt-Carmine-Abate-cercatore-di...

Abate, originario di un paese arbëresh della Calabria ma residente in Trentino, dopo aver vissuto ad Amburgo, si muove in luoghi lontani, ma dalla identica, struggente meraviglia: dal Trentino di Arco e della Scanuppia, paradiso naturale degli urogalli, alle altezze sublimi di Maloja, all’altopiano della Sila, monumento alla bellezza nel cuore del Mediterraneo.
Protagonista del romanzo è Carlo, 12 anni, che si trova a ricostruire la trama intima e collettiva di un intero secolo, a partire dalla travolgente vicenda umana di Segantini, legata a quella della propria famiglia.
Avvalendosi di un meccanismo narrativo ad alta precisione, alimentato da una lingua insieme morbida e acuminata, Abate scolpisce, dunque, un potente romanzo corale che affronta temi universali: la vita, la natura, la morte, gli stessi del famoso Trittico della Natura di Giovanni Segantini.
E' proprio il pittore italiano l'inesausto cercatore di luce che, pur presagendo la fine ormai prossima, sale in montagna a dipingere l'ultima, grandiose opera. Unico modo per sconfiggere la morte. La sua e la nostra.

IL LIBRO
Nella baita costruita dal nonno e ristrutturata dal padre, il piccolo Carlo passa le vacanze in compagnia di un quadro: «Prima di alzarmi dal letto mi giravo sulla pancia, alzavo leggermente la testa, i gomiti sul cuscino, e guardavo la giovane donna con il bambino in braccio. Ogni volta scorgevo nuovi dettagli, provavo a intrufolarmi nei loro pensieri per carpirne i segreti, le mosse successive, chiudevo gli occhi e li riaprivo dopo pochi secondi. Ma i due non si muovevano, se ne stavano quieti e silenziosi nel dipinto, al massimo riuscivo a percepire l’eco del vento risucchiata dalle raffiche che provenivano da fuori. Era un quadro con la cornice di legno divorata dai tarli, in bella mostra sulla parete di fronte alla finestra, sopra il mio letto. Per tutta la durata del soggiorno, da fine giugno a metа settembre, credo che non ci sia stata una mattina in cui non abbia rivolto uno sguardo curioso alla madre e al figlio, con l’emozione della prima volta. Mi sembravano vivi, in carne e ossa, al punto che una volta mi scappт un saluto: “Buongiorno, come va?”».
И la nonna, Moma, a raccontargli che si tratta di un’opera di Giovanni Segantini, che l’ha regalata al bambino che le sarebbe diventato marito, ovvero a suo nonno. И un racconto, quello che lega nonna e nipote, accentuando un legame giа molto affettuoso, pressochй quotidiano. Dura oltre un decennio e vi si intrecciano la biografia di Segantini – seguita con dovizia di particolari, dalla nascita alla morte – con le vicende dei nonni – maestra lei, ingegnere idraulico lui, un legame d’amore assoluto come quello del pittore della sua Bice – riunendo, come in un unico paesaggio, la Calabria da cui Moma proviene al Trentino, alla valle dell’Engadina.
Il racconto, avidamente chiesto dal nipote ad una nonna che, spesso, ne anticipa il desiderio, piщ che felice di tornare ai suoi ricordi, diventa una passione sempre piщ personale di Carlo che si fa, nel tempo, lettura di ogni scritto del pittore e studio dei suoi quadri accompagnando il ragazzo in ogni momento della sua crescita, la scuola, la separazione dei genitori, la scelta della fidanzata. Attraverso lo schermo della vita del pittore e quello della sua vita nonno, Moma diventa una sorta di Virgilio che impedisce al nipote di rimanere irretito nelle potenzialmente infernali difficoltа del crescere. Consapevole della debolezza della generazione di mezzo, quella dei genitori, assume lei il compito di madre e padre, di amica e confidente: intelligente, vitale, fiduciosa nel futuro, ancorata al passato eppure piщ moderna delle generazioni piщ giovani.
Un quadro, la vita del famoso pittore divisionista e la sapienza della nonna insegnano al protagonista di Il cercatore di luce di Carmine Abate, pubblicato da Mondadori, a cercare nella luce il segreto del senso della vita. Custodito nelle storie che «sono giа dentro di noi, mescolate a ferite e ricordi, al passato e al presente, persino al futuro, e i fili che le legano sono invisibili ma fortissimi. Basta un’immagine che resiste nel tempo, che rimbalza per caso davanti agli occhi, e le storie escono fuori con la necessità di un respiro vitale.»
Omaggio ad un pittore che esalta la natura, con la sua connessione di vita e morte, e le donne, che danno vita e amore, il libro di Abate è anche un omaggio alle terre del suo cuore, il Trentino dalla montagne e la Calabria, le cui montagne sembrano essere un’unica ascesa nella fatica e nel verde verso la luce piщ pura. Una scrittura piana sembra voler restituire al lettore il tempo e lo spazio del respirare la natura, la bellezza, l’amore, la trasmissione delle storie e la luce che sconfigge ogni buio, compresa la morte.
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